Ad un anno dall’esordio della DAD il bilancio non è del tutto positivo.
Sono pochi i genitori che valutano la scuola a distanza un’esperienza positiva ma restano in ogni caso grandi falle nel sistema. Indubbiamente riteniamo sia nettamente più strutturata rispetto alla fase emergenziale, ma l’accesso alla DAD, nonostante mesi di riorganizzazione e i fondi a disposizione per l’acquisto di dispositivi, è ancora troppo limitato. Gran parte dei bambini e dei ragazzi ancora è costretto a collegarsi da smartphone, dimostrazione della scarsa dotazione tecnologica delle famiglie che devono riuscire a conciliare lavoro e scuola con i mezzi a loro disposizione senza, a volte, potersi permettere di acquistare nuovi dispositivi per rendere più agevole lo svolgimento delle sessioni.
Le lezioni durano troppo poco e per i ragazzi è molto più semplice distrarsi anche perché gli insegnanti non hanno modo, dallo schermo del loro PC, di controllare tutti contemporaneamente.
Il carico di responsabilità sulle spalle dei genitori è consistente specialmente per i bambini delle scuole elementari che hanno maggiore necessità di essere seguiti passo passo. Sono tanti i genitori che faticano a supportare i propri figli in DAD non solo per connessioni o dispositivi insufficienti in casa, ma anche per la difficoltà nel conciliare lavoro, scuola e vita privata.
È risaputo inoltre che la DAD sta avendo non pochi riscontri negativi sul piano emotivo dei ragazzi che stanno perdendo l’abitudine di avere rapporti sociali, di fare sport, di incontrare gli amici e giocare con loro. Il rischio che confondano le dinamiche della vita reale con quelle virtuali è obbiettivamente molto alto.
Pare infatti che stia riscuotendo molto successo tra i genitori la proposta del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che prevede il prolungamento dell’apertura delle scuole fino alla fine di luglio, allo scopo di organizzare attività socio-educative gratuite e non obbligatorie non solo negli edifici scolastici ma anche all’aperto e in luoghi di interesse culturale come teatri o musei.
Per il momento però possiamo solo attendere la decisione di riaprire le scuole anche in zona rossa, almeno per i più piccoli, dopo Pasqua.