Da lunedì 15 Marzo è ripresa la DAD (Didattica a Distanza) quasi in tutta Italia; Il disagio delle famiglie italiane costrette dietro a Pc, Tablet e Smartphone non è trascurabile esattamente come non lo sono i rischi che si celano dietro alla precoce capacità dei nostri ragazzi di “restare connessi”.
In quest’ultimo anno si è notato un forte incremento delle ore di utilizzo di social e piattaforme per la comunicazione digitale che hanno permesso di mantenere vivi rapporti ed amicizie.
Il problema per i giovani, però, non è tanto la dipendenza dalla tecnologia ma l’incapacità di difendersi dai potenziali rischi del mondo digitale come l’Adescamento Online.

Un’analisi dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza dimostra che si è abbassata l’età media dei bambini che utilizzano la tecnologia già dall’infanzia, cosi come si è abbassata quella dei giovani alla prima iscrizione ai social.

Tra i 9 e i 10 anni quasi 3 bambini su 10 hanno un profilo su Tik Tok, 1 su 10 su Instagram e 1 su 10 ha un proprio canale YouTube.
l 96% dei bambini guarda video su YouTube e il 43% su Tik Tok.
il 74% dei bambini utilizza WhatsApp per interagire con amici e familiari, il 22% utilizza anche le chat di Instagram e di Tik Tok e il 40% quelle dei videogiochi.

Ma soprattutto più di 2 bambini su 10 danno l’amicizia a persone che non conoscono e quasi il 20% di loro interagisce con utenti sconosciuti.

Maura Manca, presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, in merito all’argomento, ha dichiarato:
«Purtroppo tanti genitori e insegnanti si fanno ingannare dalla dimestichezza con la quale i bambini utilizzano gli strumenti tecnologici. Il fatto che sappiano usare uno smartphone e tutte le sue applicazioni, non significa che abbiano la consapevolezza di ciò che fanno e che siano pronti per un corretto utilizzo. Non sono in grado di riconoscere i pericoli della rete e di identificare quando qualcuno sta cercando di entrare nella loro cerchia di fiducia per adescarli. (..) Per contrastare il grooming si deve insegnare ai bambini a non interagire mai con utenti sconosciuti, a non dare informazioni personali a nessuno, anche all’utente che sembra più amichevole e più in sintonia con loro».

Gli adescatori spesso si fingono adolescenti o coetanei in grado di “parlare la loro stessa lingua”, sfruttano videogiochi, social o blog e creano un rapporto di fiducia con i ragazzi cercando di spostare le conversazioni in chat private e inducendoli a soddisfare le loro richieste.
Spesso i bambini si vergognano dell’accaduto e faticano ad aprirsi con gli adulti e a rivelare i fatti. E’ importante che il genitore intervenga controllando la cronologia delle ricerche, mettendo blocchi e modificando le impostazioni della privacy. E’ buona cosa porre particolare attenzione anche alle chat private con amici o compagni di classe che risultano essere il principale veicolo di materiale “scomodo”. Per il resto, più sono piccoli più è il caso che utilizzino gli strumenti tecnologici in compagnia di un adulto.